L’opinione
pubblica, e in particolare la Chiesa Cattolica, ci ha abituati a considerare
gli omosessuali degli esseri “contro natura”. Ma cosa significa?
Contro
natura è, per esempio, un fiume che scorre al contrario; contro natura è un
pinguino verde che parla… tutte cose che, almeno fino ad oggi, non si sono mai
verificate in natura. È contro natura il progresso tecnologico umano, le
automobili, i computer, la medicina (che invalida per l’uomo la teoria della
selezione NATURALE di Darwin), è contro natura la politica, i vestiti. Nulla di
più innaturale del tonno in scatola (quando vedrò in natura la latta che
ingloba il tonno cambierò idea). In natura, invece, spesso e volentieri si
incontrano casi di omosessualità (cani, scimmie, delfini). Se quindi è
innaturale ciò che in natura non esiste, mi dispiace ma i fatti danno ragione
ai gay.
La
“morale” (in particolare quella cattolica) imporrebbe agli omosessuali
“castità, astinenza e non ostentazione del proprio stato” (che la Chiesa
Cattolica definisce, fra l’altro, “disordinato”). Non riesco ad immaginarmi
qualcosa che sia più contrario alla natura di questo. Qualunque umano prova
pulsioni sessuali; la cosa più naturale sarebbe soddisfarle (nei limiti,
comunque, di quella moralità che ci distingue dagli animali). La “morale”
impone invece a chi è considerato “contro natura” di essere ancor più “contro
natura” praticando l’astinenza.
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