Premessa
assolutamente necessaria: lo scrivente è cattolico praticante. Riconosce la
Chiesa come guida morale e spirituale. Ciò non vuole però dire che non noti le
enormi contraddizioni che nascono all’interno di essa; eccone un esempio:
Citando
dal Catechismo della Chiesa Cattolica:
Castità e
omosessualità (già
l’accostamento di questi due termini nel titolo fa intuire la linea di
pensiero)
2357 L’omosessualità
designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale,
esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in
forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi
psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali
come gravi depravazioni (Cf Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10),
la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono
intrinsecamente disordinati » (Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede,
Dich. Persona humana, 8: AAS 68 (1976) 85).
Analizziamo
un attimo i riferimenti biblici:
·
La
Gn 19,1-29 è la storia di Sodoma e Gomorra: praticamente luoghi in cui la gente
“conosceva” chiunque gli passasse sotto il naso, uomo e donna che fosse, e
chiunque vi passasse veniva coattamente stuprato. Questo non mi sembra
rispondente al concetto di omosessualità.
·
Rm
1,24-27: “[24] Perciò Dio li ha
abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare
fra di loro i propri corpi, [25] poiché essi hanno cambiato la verità di
Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto
del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. [26] Per questo Dio li ha
abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali
in rapporti contro natura. [27] Egualmente anche gli uomini, lasciando il
rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli
altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se
stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento.” Qui si parla, per esempio, di un
Dio che abbandona gli uomini, posizione fra l’altro superata dalla Chiesa
(perché le faceva comodo superare questa e non quella immediatamente successiva
in questo testo), quindi l’impurità dell’uomo sarebbe, stando a questo testo,
colpa di Dio. Pertanto sarebbe assurdo incolpare un uomo per una colpa che
umana non è. Leggendo i versetti precedenti, inoltre, gli “abbandonati” sono
coloro che “hanno cambiato la
gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo
corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.” Chiaramente tutti gli omosessuali
venerano i coccodrilli…
·
1
Cor 6,9-10 “9 Non sapete voi
che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v'ingannate: né i
fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né gli
omosessuali, 10 né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né gli
oltraggiatori, né i rapinatori erediteranno il regno di Dio.”
Qui gli
omosessuali vengono paragonati a: idolatri (v. sopra); adulteri, ladri, avari,
ubriaconi, oltraggiatori, rapinatori (è chiaro che il paragone è un po’
forte…); effeminati (v. il post “partiamo da una definizione” sul blog)
·
1
Tm 1,10 “[8]Certo, noi sappiamo
che la legge è buona, se uno ne usa legalmente;[9]sono convinto che la legge
non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per gli empi e i
peccatori, per i sacrileghi e i profanatori, per i parricidi e i matricidi, per
gli assassini, [10]i fornicatori, i pervertiti, i trafficanti di uomini, i
falsi, gli spergiuri e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina”
Tra “pervertito” e
“omosessuale” c’è un migliaio di anni luce e non vedo altri riferimenti
credibili all’omosessualità.
Aggiungo Lev. 18-12, che spesso viene citato in proposito: "non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio". Per rispondere mi basti citare un altro versetto dello stesso libro: 20-27: "Se uomo o donna, in mezzo a voi, eserciteranno la negromanzia o la divinazione, dovranno essere messi a morte; saranno lapidati e il loro sangue ricadrà su di essi".
Ci
siamo tolti un dente: Le Scritture non sono esplicite nella condanna
dell’omosessualità se non quando, contestualizzata nell’epoca storica, viene
vista come reato al pari di omicidio o furto. Inoltre è da notare che i quattro
Vangeli non fanno minimamente menzione del problema: Gesù l’ha forse
considerato un argomento troppo infimo? Eppure parla tranquillamente di
prostitute e peccatori di ogni tipo; non sarà forse che non lo considera un
peccato?
Troviamo, infatti, riferimenti all’omosessualità solo nell’Antico
Testamento, che da solo, come dicono esimi teologi, è insufficiente per l’interpretazione
della fede (parla, fra l’altro, di lapidazione delle adultere e di Dio degli
Eserciti), e nelle lettere, scritte da uomini che, per quanto ispirati da Dio,
sono pur sempre uomini (uno dei quali, sempre ispirato da Dio, ha rinnegato
Gesù tre volte, non dimentichiamolo… non mi sembra il personaggio più
infallibile delle scritture).
A
questo punto dobbiamo però analizzare quello che la Chiesa moderna intende con
la frase “la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti di omosessualità
sono intrinsecamente disordinati”.
Cos’è esattamente la Tradizione? Secondo il
dizionario biblico è, sostanzialmente, l’interpretazione delle Scritture data
dalla Chiesa. Quindi, in teoria, se la Chiesa si riferisce alla Tradizione come
giustificazione delle proprie tesi, si rifà sostanzialmente a sé stessa. È più
o meno come se io giustificassi una mia idea perché “l’ho detto io”: non mi
sembra una giustificazione degna di considerazione… Comunque, con tutte le
riserve del caso, vediamo cosa prevede questa Tradizione:
La
Dich. Persona Humana della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede afferma
che: “8. Ai nostri giorni, contro l’insegnamento costante del magistero e il
senso morale del popolo cristiano (credevo che la scienza e la fede si fossero
riconciliati dopo Galileo), alcuni
(la quasi totalità
di chi si occupa di psicologia e discipline ad essa collegate), fondandosi su osservazioni (studi) di ordine psicologico, hanno cominciato a
giudicare con indulgenza, anzi a scusare del tutto, le relazioni omosessuali
presso certi soggetti. Essi distinguono - e sembra non senza motivo - tra gli
omosessuali la cui tendenza, derivando da falsa educazione, da mancanza di
evoluzione sessuale normale, da abitudine contratta, da cattivi esempi o da
altre cause analoghe, è transitoria o, almeno, non incurabile
(l’Organizzazione
Mondiale della Sanità, che ha decisamente un’autorità superiore a quella della
Chiesa sulle questioni riguardanti la salute fisica e mentale, ha eliminato la
parola omosessualità dalla lista delle malattie e affezioni, quindi parlare di
omosessualità come qualcosa che necessiti di cure è una forma grave di
discriminazione… più o meno come se si distinguesse tra i neri che possono essere
sbiancati e quelli incurabilmente neri), e gli omosessuali che sono definitivamente
tali per una specie di istinto innato o di costituzione patologica (notate bene: costituzione
PATOLOGICA. Più discriminatorio di così…), giudicata incurabile (v.
sopra).
Ora, per ciò che riguarda i soggetti di questa seconda categoria,
alcuni
(sempre la
maggioranza della comunità scientifica) concludono che la loro tendenza è a tal punto naturale da dover
ritenere che essa giustifichi, in loro, relazioni omosessuali in una sincera
comunione di vita e di amore, analoga al matrimonio, in quanto essi si sentono
incapaci di sopportare una vita solitaria.
(chiedete ad un eterosessuale che non prenda voti sacri, per i quali comunque è
richiesta una forza di volontà non indifferente per una scelta di vita molto
particolare e forse più innaturale di quella omosessuale, se sarebbe disposto a
vivere la propria vita in “castità e astinenza”, senza qualcuno con cui
condividerla… Questo è innaturale, non l’omosessualità. Cfr “Natura e Società”
sul blog)
Certo, nell'azione pastorale, questi omosessuali devono essere accolti
con comprensione e sostenuti nella speranza di superare le loro difficoltà
personali e il loro disadattamento sociale (conosco
omosessuali e disadattati, ma il più delle volte questi aspetti non coesistono
nella stessa persona).
La loro
colpevolezza (e con la parola "colpevolezza" si va sul pesantuccio...) sarà giudicata ("Chi sono io per giudicare i gay?" cit. pp. Francesco) con prudenza; ma non può essere usato nessun metodo
pastorale che, ritenendo questi atti conformi alla condizione di quelle
persone, accordi loro una giustificazione morale. Secondo l'ordine morale
oggettivo, le relazioni omosessuali sono atti privi della loro regola
essenziale e indispensabile. Esse sono condannate nella sacra Scrittura come
gravi depravazioni e presentate, anzi, come la funesta conseguenza di un
rifiuto di Dio.(14) Questo giudizio della Scrittura non permette di concludere
che tutti coloro, i quali soffrono di questa anomalia, ne siano personalmente
responsabili (ma alcuni sì? Ho la netta sensazione che si continui a fare il solito stupido errore di considerare l'omosessualità una scelta... Quale persona al mondo sceglierebbe di vivere una condizione scomoda e discriminata se avesse la possibilità di scegliere una "normale" vita eterosessuale??), ma esso attesta che gli atti di omosessualità sono
intrinsecamente disordinati e che, in nessun caso, possono ricevere una qualche
approvazione.”
Riprendiamo
a leggere il Catechismo da dove lo avevamo lasciato:
Sono contrari alla legge
naturale (cfr “Natura
e Società” sul blog). Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di
una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere
approvati.
2358 Un numero non
trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente
radicate. Questa inclinazione, oggettivamente
disordinata (è
l’”oggettivamente” che mi sconfinfera poco… qui si sconfina di brutto il campo
dell’“opinione”), costituisce per
la maggior parte di loro una prova.
Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione (della serie “poverino, è malato…”), delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta
discriminazione (Come
la Chiesa vi insegna: Non discriminate i gay, sono solo delle persone
“oggettivamente e intrinsecamente disordinate”, dei malati mentali… ma non
discriminateli, accoglieteli facendo attenzione che non vi violentino).
Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro
vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le
difficoltà che possono incontrare (difficoltà in ottima parte derivanti dalla visione cattolica del "fenomeno") in conseguenza della loro condizione.
2359 Le persone
omosessuali sono chiamate alla castità (sempre
a proposito della natura).
Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà (uuuh, che bella parola) interiore, mediante il sostegno, talvolta,
di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale,
possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione
cristiana (quindi la “santità”
non è per i “gay praticanti”)
In conclusione, come potete vedere, la visione dell'omosessualità presentata dalla Chiesa si discosta in modo non indifferente dalla visione che si potrebbe trarre dai Vangeli. Stando così le cose, da che parte sta la ragione? (senza entrare nel merito di matrimoni in chiesa, adozioni etc che esulano fortemente dal campo di ragionamento di questo articolo).
M.
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