venerdì 10 ottobre 2014

Chiesa e Omosessualità

Premessa assolutamente necessaria: lo scrivente è cattolico praticante. Riconosce la Chiesa come guida morale e spirituale. Ciò non vuole però dire che non noti le enormi contraddizioni che nascono all’interno di essa; eccone un esempio:

Citando dal Catechismo della Chiesa Cattolica:

Castità e omosessualità (già l’accostamento di questi due termini nel titolo fa intuire la linea di pensiero)

2357 L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni (Cf Gn 19,1-29; Rm 1,24-27; 1 Cor 6,9-10; 1 Tm 1,10), la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati » (Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8: AAS 68 (1976) 85).

Analizziamo un attimo i riferimenti biblici:

·         La Gn 19,1-29 è la storia di Sodoma e Gomorra: praticamente luoghi in cui la gente “conosceva” chiunque gli passasse sotto il naso, uomo e donna che fosse, e chiunque vi passasse veniva coattamente stuprato. Questo non mi sembra rispondente al concetto di omosessualità.

·         Rm 1,24-27: “[24] Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, [25] poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. [26] Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. [27] Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento.” Qui si parla, per esempio, di un Dio che abbandona gli uomini, posizione fra l’altro superata dalla Chiesa (perché le faceva comodo superare questa e non quella immediatamente successiva in questo testo), quindi l’impurità dell’uomo sarebbe, stando a questo testo, colpa di Dio. Pertanto sarebbe assurdo incolpare un uomo per una colpa che umana non è. Leggendo i versetti precedenti, inoltre, gli “abbandonati” sono coloro che “hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.” Chiaramente tutti gli omosessuali venerano i coccodrilli…

·         1 Cor 6,9-10 “9 Non sapete voi che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non v'ingannate: né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né gli omosessuali, 10 né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né gli oltraggiatori, né i rapinatori erediteranno il regno di Dio.” Qui gli omosessuali vengono paragonati a: idolatri (v. sopra); adulteri, ladri, avari, ubriaconi, oltraggiatori, rapinatori (è chiaro che il paragone è un po’ forte…); effeminati (v. il post “partiamo da una definizione” sul blog)

·         1 Tm 1,10 “[8]Certo, noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne usa legalmente;[9]sono convinto che la legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e i profanatori, per i parricidi e i matricidi, per gli assassini, [10]i fornicatori, i pervertiti, i trafficanti di uomini, i falsi, gli spergiuri e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina” Tra “pervertito” e “omosessuale” c’è un migliaio di anni luce e non vedo altri riferimenti credibili all’omosessualità.

     Aggiungo Lev. 18-12, che spesso viene citato in proposito: "non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio". Per rispondere mi basti citare un altro versetto dello stesso libro: 20-27: "Se uomo o donna, in mezzo a voi, eserciteranno la negromanzia o la divinazione, dovranno essere messi a morte; saranno lapidati e il loro sangue ricadrà su di essi".

Ci siamo tolti un dente: Le Scritture non sono esplicite nella condanna dell’omosessualità se non quando, contestualizzata nell’epoca storica, viene vista come reato al pari di omicidio o furto. Inoltre è da notare che i quattro Vangeli non fanno minimamente menzione del problema: Gesù l’ha forse considerato un argomento troppo infimo? Eppure parla tranquillamente di prostitute e peccatori di ogni tipo; non sarà forse che non lo considera un peccato? 

Troviamo, infatti, riferimenti all’omosessualità solo nell’Antico Testamento, che da solo, come dicono esimi teologi, è insufficiente per l’interpretazione della fede (parla, fra l’altro, di lapidazione delle adultere e di Dio degli Eserciti), e nelle lettere, scritte da uomini che, per quanto ispirati da Dio, sono pur sempre uomini (uno dei quali, sempre ispirato da Dio, ha rinnegato Gesù tre volte, non dimentichiamolo… non mi sembra il personaggio più infallibile delle scritture).

A questo punto dobbiamo però analizzare quello che la Chiesa moderna intende con la frase “la Tradizione ha sempre dichiarato che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati”. 

Cos’è esattamente la Tradizione? Secondo il dizionario biblico è, sostanzialmente, l’interpretazione delle Scritture data dalla Chiesa. Quindi, in teoria, se la Chiesa si riferisce alla Tradizione come giustificazione delle proprie tesi, si rifà sostanzialmente a sé stessa. È più o meno come se io giustificassi una mia idea perché “l’ho detto io”: non mi sembra una giustificazione degna di considerazione… Comunque, con tutte le riserve del caso, vediamo cosa prevede questa Tradizione:

La Dich. Persona Humana della Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede afferma che: 8. Ai nostri giorni, contro l’insegnamento costante del magistero e il senso morale del popolo cristiano (credevo che la scienza e la fede si fossero riconciliati dopo Galileo), alcuni (la quasi totalità di chi si occupa di psicologia e discipline ad essa collegate), fondandosi su osservazioni (studi) di ordine psicologico, hanno cominciato a giudicare con indulgenza, anzi a scusare del tutto, le relazioni omosessuali presso certi soggetti. Essi distinguono - e sembra non senza motivo - tra gli omosessuali la cui tendenza, derivando da falsa educazione, da mancanza di evoluzione sessuale normale, da abitudine contratta, da cattivi esempi o da altre cause analoghe, è transitoria o, almeno, non incurabile (l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha decisamente un’autorità superiore a quella della Chiesa sulle questioni riguardanti la salute fisica e mentale, ha eliminato la parola omosessualità dalla lista delle malattie e affezioni, quindi parlare di omosessualità come qualcosa che necessiti di cure è una forma grave di discriminazione… più o meno come se si distinguesse tra i neri che possono essere sbiancati e quelli incurabilmente neri), e gli omosessuali che sono definitivamente tali per una specie di istinto innato o di costituzione patologica (notate bene: costituzione PATOLOGICA. Più discriminatorio di così…), giudicata incurabile (v. sopra)

Ora, per ciò che riguarda i soggetti di questa seconda categoria, alcuni (sempre la maggioranza della comunità scientifica) concludono che la loro tendenza è a tal punto naturale da dover ritenere che essa giustifichi, in loro, relazioni omosessuali in una sincera comunione di vita e di amore, analoga al matrimonio, in quanto essi si sentono incapaci di sopportare una vita solitaria. (chiedete ad un eterosessuale che non prenda voti sacri, per i quali comunque è richiesta una forza di volontà non indifferente per una scelta di vita molto particolare e forse più innaturale di quella omosessuale, se sarebbe disposto a vivere la propria vita in “castità e astinenza”, senza qualcuno con cui condividerla… Questo è innaturale, non l’omosessualità. Cfr “Natura e Società” sul blog) 

Certo, nell'azione pastorale, questi omosessuali devono essere accolti con comprensione e sostenuti nella speranza di superare le loro difficoltà personali e il loro disadattamento sociale (conosco omosessuali e disadattati, ma il più delle volte questi aspetti non coesistono nella stessa persona)

La loro colpevolezza (e con la parola "colpevolezza" si va sul pesantuccio...) sarà giudicata ("Chi sono io per giudicare i gay?" cit. pp. Francesco) con prudenza; ma non può essere usato nessun metodo pastorale che, ritenendo questi atti conformi alla condizione di quelle persone, accordi loro una giustificazione morale. Secondo l'ordine morale oggettivo, le relazioni omosessuali sono atti privi della loro regola essenziale e indispensabile. Esse sono condannate nella sacra Scrittura come gravi depravazioni e presentate, anzi, come la funesta conseguenza di un rifiuto di Dio.(14) Questo giudizio della Scrittura non permette di concludere che tutti coloro, i quali soffrono di questa anomalia, ne siano personalmente responsabili (ma alcuni sì? Ho la netta sensazione che si continui a fare il solito stupido errore di considerare l'omosessualità una scelta... Quale persona al mondo sceglierebbe di vivere una condizione scomoda e discriminata se avesse la possibilità di scegliere una "normale" vita eterosessuale??), ma esso attesta che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati e che, in nessun caso, possono ricevere una qualche approvazione.”

Riprendiamo a leggere il Catechismo da dove lo avevamo lasciato:
 Sono contrari alla legge naturale (cfr “Natura e Società” sul blog). Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.

2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata (è l’”oggettivamente” che mi sconfinfera poco… qui si sconfina di brutto il campo dell’“opinione”), costituisce per la maggior parte di loro una prova. 

Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione (della serie “poverino, è malato…”), delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione (Come la Chiesa vi insegna: Non discriminate i gay, sono solo delle persone “oggettivamente e intrinsecamente disordinate”, dei malati mentali… ma non discriminateli, accoglieteli facendo attenzione che non vi violentino)
Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare (difficoltà in ottima parte derivanti dalla visione cattolica del "fenomeno") in conseguenza della loro condizione.


2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità (sempre a proposito della natura). Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà (uuuh, che bella parola) interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana (quindi la “santità” non è per i “gay praticanti”)

In conclusione, come potete vedere, la visione dell'omosessualità presentata dalla Chiesa si discosta in modo non indifferente dalla visione che si potrebbe trarre dai Vangeli. Stando così le cose, da che parte sta la ragione? (senza entrare nel merito di matrimoni in chiesa, adozioni etc che esulano fortemente dal campo di ragionamento di questo articolo).

M.


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