mercoledì 19 novembre 2014

Tra due fuochi

Sono un omosessuale. Un omosessuale normale. Uno di quelli al centro della curva di Gauss, non un attivista dell’Arcigay con rossetto e minigonna, non un “discreto, silenzioso, nascosto e puro omosessuale cattolico” (pur essendo comunque cattolico). Così è la “maggior parte” degli omosessuali: i normalissimi uomini della porta accanto.

Gli attuali dibattiti sui diritti gay ci stringono quindi tra due fuochi: l’Arcigay che professa il diritto a matrimonio, adozione, sesso in pubblico e stupro in privato ed i cattolicissimi seguaci della magnifica coppia Miriano – Adinolfi, che ci negherebbero anche il diritto di girare per strada. Siamo disprezzati dall’arcigay perché non favorevoli alla sostituzione di tutte le coppie tradizionali con coppie gay, siamo disprezzati dai Mirianisti per il nostro orientamento sessuale troppo simile a quello dei componenti dell’Arcigay.

Ogni qual volta cerchiamo di fare un discorso ponderato sull’omosessualità veniamo contemporaneamente accusati da entrambe le parti di essere militanti della parte opposta, quando siamo forse gli unici ad avere una visione più ampia della realtà, vivendo in prima persona l’esperienza omosessuale ed essendo allo stesso tempo in grado di mantenere uno sguardo critico sull’omosessualità stessa.
E voi che ne pensate? Esprimete la vostra opinione in un commento!
-M.

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La popolazione omosessuale nella società italiana

Il 61,3% dei cittadini tra i 18 e i 74 anni ritiene che in Italia gli omosessuali sono molto o abbastanza discriminati, l'80,3% che lo sono le transessuali.
Generalizzata appare la condanna di comportamenti discriminatori: il 73% è in totale disaccordo con il fatto che non si assuma una persona perché omosessuale o non si affitti un appartamento per lo stesso motivo. D'altra parte, che persone omosessuali rivestano alcuni ruoli crea problemi a una parte della popolazione: per il 41,4% non è accettabile un insegnante di scuola elementare omosessuale, per il 28,1% un medico, per il 24,8% un politico.
Il 74,8% della popolazione non è d'accordo con l'affermazione "l'omosessualità è una malattia", il 73% con "l'omosessualità è immorale", il 74,8% con "l'omosessualità è una minaccia per la famiglia". Al contrario, Il 65,8% è d'accordo con l'affermazione "si può amare una persona dell'altro sesso oppure una dello stesso sesso: l'importante è amare".
La maggioranza dei rispondenti ritiene accettabile che un uomo abbia una relazione affettiva e sessuale con un altro uomo (59,1%) o che una donna abbia una relazione affettiva e sessuale con un'altra donna (59,5%). Tuttavia, il 55,9% si dichiara d'accordo con l'affermazione "se gli omosessuali fossero più discreti sarebbero meglio accettati", mentre per il 29,7% "la cosa migliore per un omosessuale è non dire agli altri di esserlo".
La maggioranza dei rispondenti (62,8%) è d'accordo con l'affermazione "è giusto che una coppia di omosessuali che convive possa avere per legge gli stessi diritti di una coppia sposata". Il 43,9% con l'affermazione "è giusto che una coppia omosessuale si sposi se lo desidera". Maggiore è la contrarietà nei confronti dell'adozione dei figli (solo circa il 20% è molto o abbastanza d'accordo con la possibilità di adottare un bambino).
Circa un milione di persone si è dichiarato omosessuale o bisessuale, più tra gli uomini, i giovani e nell'Italia centrale. Altri due milioni circa hanno dichiarato di aver sperimentato nella propria vita l'innamoramento o i rapporti sessuali o l'attrazione sessuale per persone dello stesso sesso.
Forti difficoltà emergono per gli omosessuali/bisessuali in famiglia. Circa il 20% dei genitori sa che i loro figli vivono una tale condizione. Il dato è più alto per i fratelli (45,9%), i colleghi (55,7%) e soprattutto gli amici (77,4%).
Gli omosessuali/bisessuali dichiarano di aver subito discriminazioni a scuola o all'università, più degli eterosessuali (24% contro 14,2%) e così anche nel lavoro (22,1% contro il 12,7%). Un altro 29,5% si è sentito discriminato nella ricerca di lavoro (31,3% per gli eterosessuali).
Considerando tutti e tre questi ambiti, il 40,3% degli omosessuali/bisessuali dichiara di essere stato discriminato, contro il 27,9% degli eterosessuali. Si arriva al 53,7% aggiungendo le discriminazioni subite (e dichiaratamente riconducibili all'omosessualità/bisessualità degli intervistati) nella ricerca di una casa (10,2%), nei rapporti con i vicini (14,3%), nell'accesso a servizi sanitari (10,2%) oppure in locali, uffici pubblici o mezzi di trasporto (12,4%).

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Based on a work at http://www.istat.it/it/archivio/62168.
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